I dormiglioni della Cervelletta

Come è noto, durante l’inverno gli animali vanno in letargo per non morire di freddo e perché non troverebbero molto cibo. Il letargo dura normalmente da metà novembre a marzo, con grande variabilità da specie a specie.
Possono andare in letargo solo animali così detti “a sangue caldo” (in gergo endotermi oppure omeotermi), capaci di regolare per via metabolica la loro temperatura corporea. Sono omeotermi gli uccelli e i mammiferi. Fra questi, sono i mammiferi i veri specialisti del letargo. Gli uccelli, invece, nel periodo invernale rallentano gli spostamenti quotidiani o migrano verso aree con clima più mite.
Gli “animali a sangue freddo” (ectotermi oppure eterotermi) come anfibi, rettili, pesci e invertebrati, incapaci di autoregolare la temperatura corporea rispetto all’ambiente, possono adottare strategie di ibernazione e di temporanea quiescenza per superare periodi di stress da freddo ma con modalità diverse dal letargo.
La Riserva Naturale della Cervelletta anche in questa stagione racconta la sua storia e ci offre l’occasione per una salutare passeggiata all’aria aperta, con grande beneficio per il fisico e la mente, per uscire dal “letargo” delle nostre case, proprio a differenza dei tanti animali che vi si rintanano in attesa della primavera.
Ma chi sono i dormiglioni della Cervelletta e come si comportano? Vediamone alcuni.

La chiocciola (più comunemente chiamata lumaca) con l’arrivo dei primi freddi si nasconde in luoghi riparati e lì si addormenta. Ma soprattutto chiude “la porta di casa” creando una membrana di chiusura (chiamata epifragma) costituita da muco, carbonato di calcio e fosforo, gli stessi elementi che compongono la sua conchiglia.

Il riccio, unico insettivoro ad andare in letargo, imbottisce un nido di erba e foglie secche e vi si rintana appallottolandosi per sei settimane consecutive. Nei mesi antecedenti il letargo, il riccio si nutre di alimenti altamente proteici per accumulare energia che smaltisce durante il sonno.

Per i pipistrelli il letargo rappresenta un’attività collettiva, in cui si formano colonie dove si addormentano tutti insieme. I pipistrelli rallentano le attività corporee per consumare minor energia accumulata sotto forma di grasso durante l’estate, e si svegliano a intervalli regolari soltanto per bere. Hanno anche un comportamento riproduttivo particolare, visto che tra settembre e novembre si accoppiano e dal quel momento, fino alla fine del letargo, le femmine trattengono lo sperma all’interno dell’utero. Solo al risveglio primaverile avrà inizio l’ovulazione e la vera fecondazione.

Istrici, serpenti, lucertole, topi, coccinelle, rane, rospi, pesci … adottano strategie differenti affinate in milioni di anni di evoluzione, perfettamente adattata all’ambiente in cui vivono. Il letargo o altre forme di ibernazione non sono certamente come schiacciare un pisolino ma rappresentano l’unica possibilità che hanno per continuare a sopravvivere.
E l’uomo? Il letargo umano è un’opzione reale: non abbiamo più questa capacità come altri animali per motivi evolutivi, ma secondo gli scienziati abbiamo ancora un antico gene (“sopito”) come dimostra una ricerca del 2020, guidata dalla Democritus University of Thrace (Grecia) sugli antenati dell’Homo Sapiens e Neanderthal.

Chissà, forse un giorno quel gene potrebbe essere riattivato, permettendo al Sapiens Sapiens di andare in letargo, in una sorta di “ibernazione naturale”, evitando almeno per un po’ di fare danni alla natura!

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Natale alla Cervelletta

È arrivato il freddo invernale che punge e invita a stare al caldo delle nostre case ma, se ben coperti, anche con questo tempo il bosco ha il suo fascino e merita una passeggiata nel silenzio che fa ritrovare noi stessi. Tuttavia non sarà facile, d’ora in poi, percorrendo i sentieri, ascoltando il canto degli uccelli, il fruscìo delle foglie, i rumori e perfino i silenzi, non avere un pensiero per il nostro caro Mimmo che ha lasciato un vuoto immenso nei nostri cuori.
Anche se oggi siamo più tristi, il suo spirito ci infonde una nuova forza ad andare avanti con determinazione, raccogliendo il testimone di ciò che è stato il suo impegno per più di quarant’anni.

Si avvicina il Natale con l’attuale “frenesia dei regali che toglie spazio allo stupore” come dice il Papa. Una festività sempre più lontana dalla sobrietà di un tempo.
Se i bambini scrivevano letterine colme di promesse oggi ci si affida all’I.A. (Intelligenza Artificiale) che, ad esempio, in pochissimo tempo può calcolare quante persone sono transitate nel Parco negli ultimi dieci anni; quanti cittadini di Colli Aniene e Tor Sapienza, scolaresche e appassionati del Cinema America sollecitano le istituzioni competenti affinché il Casale della Cervelletta non resti nell’abbandono e sia restituito all’uso pubblico.
Quante “letterine” e quante firme raccolte sono idealmente sotto ogni singolo albero di questa Riserva Naturale?
La comunità dei cittadini e delle cittadine non si aspetta regali, ma ciò che è dovuto per l’impegno dimostrato in tanti anni, volto alla salvaguardia e alla tutela del Parco e del Casale. Un Casale che non sopporta più di essere abbandonato ma chiede di diventare centro di cultura, di partecipazione, bene comune che vuole raccontare la sua storia antica e presente, per essere tramandata e arricchita da chi vanta con orgoglio un diritto di appartenenza, una responsabilità verso chi è venuto a mancare o ancora dovrà nascere.
Caro Babbo Natale, il filo conduttore è stato ripreso con le istituzioni, con tante parole, promesse, speranze. Parole, promesse e speranze rinnovate in occasione dell’ultimo saluto a Mimmo, custode spirituale di questo luogo bellissimo che è la Cervelletta.


Non dimenticare dunque tutto questo affinché il nostro coro a più voci risuoni alle giuste orecchie. Il tempo stringe, vedi quello che puoi fare!

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Seppellite il mio cuore alla Cervelletta

Da lontano una folta chioma riccioluta era la caratteristica di Mimmo; ma parlando con lui, anche per pochi minuti, si coglievano i suoi caratteri umani: la disponibilità, la mitezza, la generosità.
Chi conosce la Cervelletta, il suo ambiente, il Casale, sicuramente ha conosciuto Domenico Pietrangeli; Mimmo Cervelletta, così veniva chiamato e lui era orgoglioso di questo secondo cognome acquisito. A buona ragione perché Mimmo ha dedicato gran parte del proprio tempo a salvaguardare, a promuovere e far vivere quella meraviglia. Non perdeva occasione per ricordarlo: “quando negli anni 80 sono venuto ad abitare qui a Colli Aniene- diceva sempre – mi sono innamorato di questo posto magico, del verde, dei colori, del profumo dei fiori.. “.
A Mimmo si deve la capacità di suscitare attenzione, di promuovere iniziative, di costruire battaglie in difesa dell’ambiente. A lui si deve la raccolta di firme per quella Legge Regionale di iniziativa popolare che, ben prima della Riserva Naturale della Valle dell’Aniene, porterà alla Istituzione del Parco della Cervelletta. Alla sua determinazione, alla sua intelligenza ed empatia si deve la delibera del 2001 con la quale il Comune di Roma acquisiva al proprio patrimonio il Casale della Cervelletta.
Si potrebbero poi citare le tante e belle iniziative che “il Cervelletta” ha promosso e animato in quarant’anni di lotta per far diventare il Casale un posto bello, dove ritrovare socialità, impegno e allegria. Tra tutte vale la pena di ricordare la Biblioteca popolare con i suoi 4000 volumi e il museuccio della civiltà contadina: entrambe le strutture, per quanto malmesse e vandalizzate, sono ancora presenti all’interno del Casale. Ma forse il più grande merito di questo combattente è aver coinvolto interi quartieri e almeno tre generazioni; quando raccontava dell’iris o dell’usignolo, se ricordava la storia e le funzioni della torre medievale, coinvolgeva e affascinava. E il sogno di uno diventavano speranza e impegno collettivo. E grazie a Mimmo in tanti e per tanto tempo hanno chiesto, rivendicato, protestato, lottato perché quel Casale e quel Parco ricevessero le giuste attenzioni: messa in sicurezza, risanamento, riuso pubblico. La realtà (politica e burocratica) ha dato a Mimmo delusioni e dispiaceri e tante vuote promesse. Lui niente, pur lamentandosene, cocciuto andava avanti a raccontare le bellezze del parco, la varietà delle piante, i canti degli uccelli, la magia delle lucciole. In questi ultimi anni la torre è stata messa in sicurezza, il tetto del casale gentilizio è stato sistemato e a breve partiranno i lavori per il restauro conservativo dell’intera struttura; passi avanti che Mimmo apprezzava ma con uno fondo di smaliziato scetticismo.
Ma spingeva avanti, inseguendo il tempo che inesorabile passava sulla Cervelletta.
Questa forza, questa volontà, questo sogno collettivo è il testimone che Mimmo ci ha lasciato.
Il nostro impegno per la Cervelletta sarà l’affetto per Mimmo.

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Ciao Mimmo

Stamani è venuto a mancare Domenico Pietrangeli, il nostro Mimmo Cervelletta.

Per chi volesse salutare un’ultima volta Mimmo, l’appuntamento è per domani 12 dicembre:
Dalle ore 10,00 alle 13,00 Camera Ardente presso la clinica SAN LUCA in Via Teano 8/A
Alle ore 14,30 parenti e amici saluteranno per l’ultima volta Mimmo davanti all’ingresso del  Parco Naturale della Cervelletta, dopo il suo viaggio, continuerà verso Borbona, il suo amato paese.

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Cervelletta e la Soprintendenza

Resoconto dell’incontro avvenuto presso gli Uffici della Soprintendenza Speciale di Roma al San Michele il 15 novembre 2024

Ad ottobre scorso l’Associazione Uniti per la Cervelletta ha chiesto alla dott.ssa Daniela Porro – della Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma – un incontro per avere notizie certe sulla Cervelletta e dell’impegno preso dalla SSABAP per il PNRR Caput Mundi, che già si sapeva in itinere. L’incontro, non del tutto scontato, si è svolto venerdì15 novembre, presso la sede del Ministero della Cultura al San Michele, con una delegazione di Uniti per la Cervelletta. Non era del tutto scontato che funzionari di una Soprintendenza, dipendenti dal Ministero della Cultura, potessero incontrarsi con dei cittadini. Comunque, la risposta c’è stata e siamo grati alla Soprintendente Porro per la gentilezza e la competenza con cui ci ha accolto e ci ha messo a disposizione funzionari dell’ufficio preposto, in primis l’architetta Maria Cristina Lapenna responsabile del territorio del IV Municipio.
Incontro lungo, dove l’architetta Lapenna ha risposto alle domande e alle nostre perplessità sull’iter dell’intervento di due milioni previsto dalla linea Caput Mundi del PNRR. La SSABAP, tra i propri compiti, oltre alle attività di tutela e di vigilanza del patrimonio culturale, provvede, infatti, all’approvazione dei progetti di restauro, e può intervenire direttamente su beni pubblici che hanno bisogno di interventi urgenti al fine della loro conservazione. La Cervelletta è senz’altro uno di questi casi.
Il dialogo con il Comune di Roma, proprietario del Casale della Cervelletta, è stato e rimane costante – ha tenuto a precisare l’architetta Lapenna – e per quanto riguarda la progettazione questa si è conclusa e si è in fase di chiusura del progetto esecutivo. È stato mappato il degrado dell’intera struttura, si sono valutate gli ambienti e valutate le possibilità e le modalità di messa in sicurezza. Alcune parti sono particolarmente precarie come le mura delle stalle che guardano verso la parte più alta della rupe e che rischiano di “spanciare”. Sono pertanto previsti, oltre alla copertura dei tetti (stalle comprese), consolidamenti degli edifici, della rupe ed alcuni incatenamenti. Tra gli interventi non è stata, purtroppo, prevista la messa in sicurezza della Torre, visto il recente intervento di cerchiatura eseguito nel 2021. È stata fatta una scelta, cioè investire su quello che era più ammalorato.
A seguire sono stati approfonditi altri due importanti aspetti: per la possibile rifunzionalizzazione, il riuso e l’auspicata frequentazione del Casale da parte dei cittadini. Su quest’ultimo aspetto, l’architetta Lapenna è stata netta: l’intervento fatto con i fondi del PNRR non sarà sufficiente per consentire una frequentazione anche se parziale e limitata del Casale gentilizio. La Torre è addossata al Casale da una parte ed incombe sul cortile e sull’entrata principale; per quanto messa in sicurezza ne cadono pezzi e le mura si sgretolano. Anche una semplice visita guidata non sarà possibile.
Certo uno stanziamento di 600.000 euro da parte del Comune permetterebbe di sanare la Torre e garantirne, in sicurezza, anche iniziative seppure limitate dell’area. Addirittura, questo intervento si potrebbe auspicare durante la permanenza del cantiere PNRR che si concluderà entro il 2026.
Quanto alle possibili rifunzionalizzazioni, l’architetta Lapenna dichiara che nulla è pervenuto alla Soprintendenza e le uniche ipotesi di cui si ha conoscenza sono quelle elaborate dagli studenti in un master della facoltà di Architettura dell’Università Roma Tre. Se finiti i lavori di messa in sicurezza degli edifici, il Comune di Roma vorrà presentare un progetto di intervento nel Casale, se ne prenderà visione. Alla Soprintendenza spetta il compito di autorizzare le tipologie di utilizzo: queste devono essere sempre compatibili con il bene culturale e nel rispetto dell’esistente, come da legislazione vigente e nel rispetto del Codice dei Beni Culturali.
Sulla base di quanto appreso in questo incontro come su quanto ascoltato di mercoledì 13 novembre durante l’assemblea pubblica alla presenza dell’assessora Alfonsi, l’Associazione Uniti per la Cervelletta valuterà le iniziative da intraprendere perché il dialogo tra le Istituzioni interessate al recupero e al riuso del Casale della Cervelletta sia il più lineare e proficuo possibile per un restauro completo e compatibile per l’utilizzo pubblico.

Per certo, nel 2025 dovranno essere avviati i lavori di restauro: a coronamento dell’impegno di quanti hanno dedicato la loro vita alla salvaguardia del Casale della Cervelletta; tra tutti il compianto Domenico Pietrangeli.
L’anno del restauro sarà l’anno di Mimmo.

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